-I disturbi alimentari sono malattie come le altre, vanno combattute-
Quanto ancora oggi sono sottovalutati i disturbi alimentari? Quante persone continuano a essere dell’idea che essi non siano così gravi e pericolosi come dicono coloro che ne sono stati affetti? Quanti sanno della depressione, dell’odio verso se stessi e del perfezionismo?
Di fatto tutti coloro che reputano le malattie legate al cibo meno gravi di qualsiasi altra patologia, possono essere messi a tacere dai numeri che parlano da sé: in Italia un giovane su tre combatte contro un disturbo alimentare e il 7% ha meno di dodici anni.
Nel 2022 si contavano 1.450.167 persone affette da anoressia, bulimia, binge eating, alimentazione notturna e picacismo e 3.158 decessi, ma la cosa peggiore è che il fenomeno non ha fatto altro che crescere, fino ad arrivare nel 2023 a 3 milioni.
Visti i numeri, sarebbe necessario che le persone iniziassero a domandarsi sulle cause di questa crescita così esponenziale, del perché i giovani si ammalino; dovrebbero interessarsi di tutto questo e reagire.
Il 30 Dicembre 2023 è stata approvata dal consiglio dei ministri la legge di bilancio che ha tagliato 25 milioni di euro forniti dal Governo come fondo per contrastare i disturbi alimentari.
Come è possibile che le istituzioni, che dovrebbero essere le prime a garantire il bene e la salute della persona, come recita d’altronde l’articolo 32 della Costituzione italiana, siano invece le prime a chiudere gli occhi facendo finta che il problema non esista?
Se un giovane su tre soffre di disturbi alimentari, ciò vuol dire che qualcosa non va, che non si è riposta abbastanza attenzione nella gioventù, che c’è un problema a livello sociale.
Oggi si contano più di 3 milioni di persone che non sono in possesso di aiuti necessari per guarire e, ciò nonostante, i fondi sono stati tagliati.
I disturbi alimentari sono ancora troppo sottovalutati e, se si continua a rimanere nella credenza che non siano poi così pericolosi, il numero di vittime non farà che aumentare.
Se ci fosse stata maggiore solidarietà, consapevolezza e attenzione per le malattie legate al rapporto col cibo, se le istituzioni avessero focalizzato il loro operare sul bene dell’individuo, forse, anzi sicuramente, oggi molte vite si sarebbero potute salvare.
Il problema è la società che giudica? Pretese eccessive? Desiderio di essere perfetti? Finché non si analizzerà la questione con il peso che merita, non ci saranno risposte a tali domande.
In Italia si ha bisogno di un incremento sotto questo aspetto, di maggiore empatia verso l’individuo e il suo bene e a confermarlo sono i 9/10 giovani che hanno bisogno di uno psicologo, i decessi, i milioni di malati di DCA.
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo” (art.32)
È arrivato il momento di garantire questo articolo e di lottare contro i DCA, perché sono malattie come le altre e quando si ha davanti agli occhi un fenomeno del genere non si deve pensare due volte ad agire per sconfiggerlo.
Rebecca De Santis, 2C
a.s. 2023/2024
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