È il 5 gennaio 2024 e il presidente della Commissione Algoritmi Giuliano Amato, figura assai nota del panorama politico italiano, ex presidente del Consiglio, ha rassegnato questa mattina le proprie dimissioni. Sullo sfondo, i dissidi con l’attuale primo ministro Giorgia Meloni con la compagine di governo. Ma, tralasciate le diatribe politiche, rispondiamo a una domanda che può sorgere spontanea. Cos’è la Commissione Algoritmi, di cui Amato è stato presidente fino a questa mattina?
In Italia, il rapporto con l’intelligenza artificiale si trova ancora in una fase incerta, ma la strada intrapresa sembra portare verso un esatto obiettivo comune: analizzare l’IA, comprenderne l’impatto sociale e tecnologico, per poi normalizzarla e adattarla alle esigenze del paese. A tale scopo nasce, nel novembre 2021, il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale, un piano nazionale mirato al generale ampliamento degli orizzonti tecnologici e informatici. In questo si trova inserita, su iniziativa del sottosegretario all’editoria Alberto Barachini, la “Commissione editoria sull’Intelligenza Artificiale” (comunemente chiamata, appunto, “Commissione Algoritmi”). Coinvolta nel grande piano di transizione tecnologica, la commissione, in particolare, ha assunto il compito di regolamentare la gestione dell’IA in campo editoriale e informativo, e promuoverne così i vantaggi che potrebbe apportare nel mondo della divulgazione, pare allontanarsi in modo sempre più inevitabile dalla carta stampata, per assumere ormai nuove forme digitali. Ma le iniziative in merito non si fermano qui.
Dal 19 settembre 2023, sotto la spinta del parlamentare Alberto Gusmeroli, ha avuto inizio un’indagine conoscitiva mirata specificatamente, questa volta, al settore produttivo. L’obiettivo sarebbe quello di acquisire le conoscenze tecnologiche necessarie per valorizzare il più possibile il settore industriale e imprenditoriale italiano.
Inoltre, sono state condotte, tra il 23 e il26 ottobre 2023, diverse visite negli Sati Uniti, in particolare a Seattle e San Francisco, dove una speciale delegazione guidata dal “Comitato per la documentazione della Camera” si è recata negli studi delle più grandi aziende informatiche, tra cui Microsoft e Amazon, per discutere delle principali innovazioni documentative e tecnologiche.
Il programma per l’intelligenza tecnologica, tuttavia, non si limita ai confini nazionali, ma è volto a seguire un percorso internazionale ben definito, già da tempo tracciato dall’Unione Europea. A Bruxelles, infatti, nel giugno di questa estate, è stato approvato l’IA Act, che entrerà ufficialmente in vigore nell’anno corrente. L’IA Act si propone come uno strumento volto a introdurre una chiara e definitiva regolamentazione sull’intelligenza artificiale di cui si servono le aziende e i privati. La nuova legge pone dunque nuovi limiti all’uso dell’IA, che dovrà d’ora in poi rispondere alle norme di conformità imposte dall’UE. Si tratta del primo regolamento al mondo sull’intelligenza artificiale. Come l’Italia, altri paesi dell’Unione hanno adottato, nel corso degli anni, progetti riguardanti I’IA.
In Germania, il governo ha promosso l’investimento di più di un 1 miliardo di euro in un piano di azione sull’intelligenza artificiale, con l’intento di migliorare lo sviluppo tecnologico nell’ambito scientifico, sociale ed economico.
Nel 2023 anche la Spagna ha approvato l’istituzione di una nuova “Agenzia di supervisione dell’intelligenza artificiale”. L’agenzia fa parte del più ampio progetto legato alla “Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale”, mirata a introdurre nel paese una nuova categoria di lavoratori informatici qualificati a promuovere la lingua spagnola nell’ambito internazionale della digitalizzazione.
Nel gennaio del 2020 in Francia era stata avanzata in parlamento la proposta di introdurre una legge riguardante l’intelligenza artificiale, chiamata “Chartres de l’intelligence artificielle et des algorithmes”. Questa, che riguarda l’IA non solo da un punto di vista normativo, ma anche etico e morale, andrebbe a coinvolgere e modificare in modo diretto la costituzione francese stessa. Sarebbe questo il primo caso di “costituzionalizzazione” che riguardi materie competenti l’intelligenza artificiale.
Dunque, c’è chi si è fatto trovare in largo anticipo, chi in un leggero ritardo. Chi ha potuto sfruttare ogni suo mezzo, e chi ancora non ha convinto.
Ma è così che l’Italia e l’Europa si preparano ora ad una nuova transizione tecnologica, che, assieme a quella ecologica, sembra già manifestarsi come uno dei più epocali e memorabili cambiamenti a cui il genere umano è destinato a andare incontro.
Riccardo Ippoliti, 2A
a.s. 2023/2024
0