Il caso di Lyle ed Erik Menendez è uno dei più celebri e controversi del sistema giudiziario americano, attirando l’attenzione dei media e del pubblico negli anni ’90. Nell’ultimo mese è stato reso noto grazie alla serie TV “Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez”, che proprio come fece il caso, crea due nuove star, ovvero i protagonisti dell serie, Cooper Koch e Nicholas Chavez.
I due fratelli furono accusati e condannati per l’omicidio dei loro genitori, José e Mary, detta Kitty, Menendez, avvenuto nel 1989 nella loro villa di Beverly Hills, California. La complessità del caso è amplificata dalle dinamiche familiari, dalle accuse di abuso e dal modo in cui la società ha percepito il crimine e i suoi perpetratori. Da qui è nata una domanda comune: visti i vari abusi subiti e, come testimonieranno successivamente nel processo, hanno commesso questo omicidio come difesa personale, prima che i loro genitori lo facessero, i Menendez erano vittime o carnefici?
1. Il contesto familiare
Lyle e Erik Menendez nacquero in una famiglia benestante. José Menendez, uomo cubano ed executive della televisione, e Kitty, sembravano incarnare il sogno americano. Tuttavia, sotto la superficie di questa vita apparentemente perfetta, si nascondevano gravi problemi. I fratelli, fin dall’infanzia, furono vittime di abusi fisici e psicologici da parte del padre. Lyle ed Erik vissero in un ambiente in cui la violenza e il controllo dominavano le loro vite.
Lyle, essendo il più grande, iniziò per primo a subire abusi dal padre. Quando Erik crebbe, fu inizialmente Lyle ad iniziare ad abusarlo, per poi essere fermato dal padre, solo perché così poteva avere pieno controllo su Erik, smettendo di abusare Lyle. Josè abusò di suo figli fino a pochi mesi prima dell’omicidio.
Sappiamo anche che Josè non era fedele a suo moglie, la cui iniziò a fare abuso di alcol e a tentare il suicidio. Kitty non era di supporto ai suoi figli, infatti pure sapendo la natura di suo marito, non ha mai vietato nessun abuso.
Josè aveva una visione di vita dove pur di raggiungere il successo era concesso fat di tutto. Un esempio è quando Lyle copiò and un test universitario, e frequentando Prinston, che punisce severamente chi copia, lo sospende per tutto l’anno. Josè era arrabbiato con Lyle non per l’atto in se, ma perché si è fatto scoprire.
2. L’omicidio
Il 20 agosto 1989, Lyle ed Erik entrarono nella loro casa di Beverly Hills e, secondo le accuse, uccisero i genitori con una serie di colpi di arma da fuoco. Spararono i genitori principalmente ai crociati, perché sapendo i contatti con la mafia del padre, e che codesti quando uccidono sparano a quella parte, avrebbero avuto un possibile colpevole. Dopo l’omicidio, i due fratelli si sbarazzarono delle armi e cercarono di creare un alibi, apparentemente continuando a vivere come se nulla fosse accaduto. Inizialmente, sembravano preoccupati per le finanze familiari, ma ben presto emersero dettagli inquietanti sulla loro vita e sul motivo che li aveva spinti a compiere un atto così estremo.
3. Le indagini
Le indagini iniziarono quasi immediatamente. Le forze dell’ordine furono allertate da un amico di famiglia, preoccupato per il benessere dei Menendez. La scoperta dei corpi e la successiva indagine portarono a un’analisi approfondita delle vite dei due fratelli. Le interviste rivelarono che entrambi avevano problemi di comportamento e che, sebbene avessero frequentato buone scuole, le loro relazioni personali erano tese e complicate.
Il motivo per cui sono stati arrestati, è perché entrambi hanno dato il consenso al loro psicologo di registrare le loro sedute, dove raccontano dettagliatamente come hanno commesso l’omicidio, senza specificare degli abusi. Queste registrazioni sono state usate contro di loro durante il processo.
4. Il processo
Il processo iniziò nel 1993, attirando l’attenzione dei media nazionali. I fratelli furono accusati di omicidio di primo grado, ma la difesa sostenne che avevano agito in preda alla paura e al terrore per gli abusi subiti dal padre. I legali dei Menendez presentarono testimonianze di esperti che descrissero gli effetti devastanti del trauma infantile e dell’abuso psicologico.
Il processo fu caratterizzato da un ampio dibattito sulla legittimità della difesa per legittima difesa, in quanto i fratelli sostenevano di aver temuto per la loro vita.
La loro fu stata un’ottima tecnica, perché stavano convincendo la giuria popolare, e anche il resto del popolo americano, che erano loro le vere vittime. Con ciò non avrebbero solo evitato la pena di morte, ma il carcere in generale.La giuria, però, si mostrò divisa, portando a un primo processo inconcludente nel 1994.
5. Il secondo processo
Nel 1995, un secondo processo ebbe luogo, con nuove testimonianze e un’analisi più approfondita della psicologia dei fratelli. A questo secondo processo non fu data a Lyle la possibilità di partecipare, perché confidandosi con quella che era una giornalista, fece percepire al pubblico che tutto ciò che aveva dichiarato alla giuria era falso. La difesa continuò a concentrarsi sugli abusi subiti, ma il pubblico cominciò a percepire i Menendez come “figli viziati” che avevano ucciso i propri genitori per ereditare la loro fortuna. Questa narrazione influenzò non solo l’opinione pubblica, ma anche le decisioni della giuria.
6. La condanna
Alla fine del secondo processo, Lyle ed Erik Menendez furono condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionata. La sentenza scatenò una forte reazione, con molti che si schierarono a favore dei fratelli, sostenendo che avessero agito in risposta a una vita di sofferenze. Altri, tuttavia, rimasero convinti che fossero colpevoli di un crimine premeditato.
7. Conclusione
Il caso Menendez ha avuto un impatto duraturo sulla società americana. Ha sollevato importanti questioni sul trauma infantile, sull’abuso domestico e sulla percezione pubblica dei criminali. La rappresentazione dei fratelli nei media e in programmi televisivi ha contribuito a una narrativa complessa e sfumata, con persone che hanno iniziato a vedere Lyle ed Erik non solo come criminali, ma anche come vittime del loro ambiente.
Comunque, il caso di Lyle ed Erik Menendez rimane uno dei più discussi nella storia criminale americana. La loro storia continua a generare dibattito su temi come la giustizia, il trauma e le responsabilità familiari.
La serie ha avuto un forte impatto, anche a livello giuridico. Infatti si potrebbe avere una riapertura del caso dato che sono state trovate delle nuove prove, tra cui delle lettere di Erik.
I fratelli hanno inoltre visto la serie TV su di loro, ma che non è per niente piaciuta ad Erik, testimoniando che determinate azioni non siano vere e che hanno descritto suo fratello come un mostro.
Parlando di questo caso e riferendoci ai Menendez come possibile vittime, non stiamo giustificando l’omicidio. L’omicidio in ogni circostanza e motivazione si possa compiere rimane sbagliato. Pensiamo solamente che se anche dopo aver subito abusi, data la loro psiche debole, avere il giusto supporto psicologico ed aiutarli ad affrontare il trauma. È stato un errore loro non averne discusso col proprio psicologo, ma se effettivamente tutto vero, e avendo il terrore di loro padre, è piú che comprensibile.
Rosalia Capalbo, Viola Moronti, Sveva Panitti e Giada Settimi IV B
Liceo Classico Varrone a.s. 2024/2025
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